Muggia è un comune italiano di 13 122 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. È il comune più a sud della regione Friuli-Venezia Giulia, all'estremità settentrionale della penisola istriana.
Geografia fisica
Muggia giace, esposta a nord-est, su un promontorio con tipico paesaggio collinare digradante verso il golfo di Trieste: dalle propaggini occidentali si può godere dello spettacolo (cosa che avviene in pochi altri luoghi dell'Italia) del tramonto sul mare Adriatico. Il territorio comunale muggesano si allunga sul versante settentrionale dell'omonimo promontorio, tra i Monti di Muggia e le acque del Vallone di Muggia che lo separano dalla città di Trieste. È l'ultimo lembo d'Istria – insieme ad una sezione del comune di San Dorligo della Valle/Dolina – rimasto alla Repubblica italiana dopo la seconda guerra mondiale ed in seguito al Memorandum di Londra (1954) ratificato dal Trattato di Osimo (1975).
Storia
Muggia sorse probabilmente come castelliere (villaggio fortificato) protostorico (età del ferro, VIII-VI secolo a.C.). Dopo l'inizio della penetrazione romana nel Friuli e la fondazione di Aquileia nel 181 a.C., il territorio muggesano venne conquistato insieme al resto dell'Istria con le campagne condotte nel 178-177 a.C. I Romani vi posero un accampamento in posizione elevata, Castrum Muglae, per difendere le vie di comunicazione con la colonia dalle incursioni degli istri. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, a Muggia si avvicendarono le dominazioni del goto Teodorico, dei Longobardi, dei Bizantini e dei Franchi. Nel 931 fu donata dai re d'Italia Ugo e Lotario al Patriarcato di Aquileia. Nel 1354 subì un attacco da parte dei Genovesi e scelse di passare nel 1420 con la Repubblica di Venezia. Alla fine del XV secolo l'abitato sul colle, l'odierna Muggia Vecchia, perse progressivamente importanza, col trasferimento di buona parte degli abitanti sulla riva del mare, presso il "Borgolauro", dove tuttora si trova il centro cittadino. Dopo la fine della Repubblica di Venezia (1797) e la breve parentesi del Regno italico napoleonico (1805-1814), passò sotto il dominio asburgico, sotto il quale sviluppò una fiorente industria cantieristica navale, continuata fino alla crisi solo nella seconda metà del XX secolo, in seguito alla mutata politica italiana del dopoguerra in merito alle strategie produttive. Dopo la chiusura del Cantiere S.Rocco dove fu varata la prima corazzata in ferro della marina Asburgica (con trasferimento di molte maestranze al Cantiere "San Marco" di Trieste), e di quello chiamato Felszegy, sopravvisse solo il piccolo Cantiere Matassi che ha cessato un'attività piena solo nel 1990. Alla fine dell'Ottocento il dialetto muglisano, una parlata ladina simile al friulano, si estinse. Le testimonianze delle ultime persone che parlavano il Muglisano sono state raccolte dall'abate Jacopo Cavalli nel 1889. L'ultimo dei "Muglisani" fu Niccolò Bortoloni che fu una delle fonti, la più attendibile, a cui attinse il Cavalli e che morì all'inizio del 1898. Va rilevato che per lungo tempo prima d'estinguersi il muglisano aveva convissuto con l'attuale muggesano, dialetto di tipo istro-veneto. Storia contemporanea Dopo la prima guerra mondiale il territorio di Muggia passò come l'intera Venezia Giulia al Regno d'Italia e nel 1919 l'ex Campo di aviazione austro-ungarico di Zaule del 1911 ospitava la 38ª Squadriglia del Regio Esercito italiano fino al 20 dicembre 1920 e la 77ª Squadriglia aeroplani fino al maggio 1919 e dal 28 febbraio 1919 il I Gruppo fino a maggio. Nel 1923 il comune di Muggia cedette la frazione di Albaro Vescovà e parte della frazione di Valle Oltra al comune di Capodistria. Dopo l'8 settembre 1943 il territorio subì l'occupazione militare tedesca diventando parte dell'Adriatisches Küstenland. Infatti, anche se quest'area divenne formalmente parte della nuova Repubblica Sociale Italiana, e rimase de iure sempre entro la sovranità del Regno d'Italia, fu di fatto sottoposta all'amministrazione militare diretta del 3º Reich. Il sentimento antinazista fu subito fortemente sentito, al punto che numerosi cittadini entrarono nella resistenza o la sostennero, aiutando però di fatto un'altra occupazione, quella jugoslava, salutata festosamente da certa parte della cittadinanza inneggiante all'istituzione della settima repubblica federativa. Fu grazie anche a concittadini fra i quali Vittorio Vidali se la linea del Partito Comunista jugoslavo non trovò applicazione e Muggia rimase italiana. È negli anni dal 1943 al 1945 che si svolgono le vicende che hanno portato Muggia a ricevere la Medaglia d'Argento al Valor Militare (la massima onorificenza non fu concessa a causa dei movimenti filo-jugoslavi) per la Guerra di Liberazione, per i sacrifici delle sue genti e per l'attività nella lotta partigiana contro l'occupatore nazista "dopo l'8 settembre 1943" e fino alla fine della seconda guerra mondiale. Il suo comune subì le prime amputazioni territoriali a seguito del trattato di pace del 1947. Le ulteriori rettifiche territoriali previste dal Memorandum di Londra (1954), con la definitiva assegnazione della Zona B del Territorio Libero di Trieste all'amministrazione jugoslava, furono effettuate a spese di Muggia (più di 10 km² circa con 3 500 abitanti) perdendo gli abitati di Albaro Vescovà, dei Monti di Muggia e la zona di Punta Grossa che sino ad allora si trovavano nella Zona A del Territorio Libero di Trieste.
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