L'esploratore Constantine John Phipps fu il primo a descrivere l'orso polare come specie a sé stante nel 1774. Scelse il nome scientifico Ursus maritimus, dal latino orso marittimo, per via dell'habitat naturale dell'animale.
Nella lingua degli Inuit viene chiamato come Nanook Il popolo Yupik, originario dell'Alaska lo chiama nanuuk.[6] Mentre nella lingua ciukcia, parlata dall'omonimo popolo è definito umka. In russo, di solito è chiamato белый медведь (bélyj medvédj, l'orso bianco), anche se esiste una parola più antica in lingua komi e ancora in uso, ошкуй (Oshkúj).
L'orso polare è stato precedentemente inserito nel genere, Thalarctos. Tuttavia, l'esistenza di ibridi tra orsi polari e orsi bruni, e della recente divergenza evolutiva tra le due specie, ha portato gli studiosi a non accettare tale denominazione, tornando al nome scientifico proposto da Phipps e tutt'oggi accettato.
Morfologia e anatomia
Gli esemplari di maschio adulto pesano mediamente dai 350 ai 700 kg e misurano dai 2,4 ai 3 metri di lunghezza. Sembra che in rari casi i maschi possano arrivare a 1000 kg e a 3,5 m di lunghezza (nella regione del mar dei Ciukci); il più grande orso polare di cui si abbia notizia pesava 1002 kg per 3.3 m di lunghezza (nel nord-ovest dell'Alaska nel 1960). Le femmine sono grandi circa la metà dei maschi e normalmente pesano tra i 150 e i 250 kg e sono lunghe circa 133 cm,ma quando sono incinte possono arrivare a pesare fino a 500 kg.[10] Alla nascita i cuccioli pesano meno di 1 kg. La longevità dell'orso polare in natura è di 25-30 anni, mentre in cattività può superare anche i 35. Nonostante la mole questo animale per brevi tratti è in grado di correre a quasi 50 km/h.
I 42 denti dell'orso polare riflettono la sua dieta altamente carnivora. I molari sono più piccoli e più frastagliati rispetto a quelli dell'orso bruno, mentre i canini sono più grandi e più taglienti. La formula dentaria è:
Formula dentaria
Arcata superiore
31422413
31433413
Arcata inferiore
Totale: 42
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;
L'orso polare è immediatamente riconoscibile dalla pelliccia bianca. Diversamente da altri mammiferi dell'Artide, non cambia in estate il colore in uno più scuro. I peli non sono di bianco realizzato con pigmenti, ma sono cavi e non pigmentati come i capelli bianchi negli esseri umani.
Gli orsi polari sono isolati termicamente dal freddo molto bene, ma il loro corpo si surriscalda a temperature sopra i 10 °C. Il loro isolamento è così efficace che osservati con una videocamera ai raggi infrarossi sono a malapena visibili. Soltanto le loro zampe e il muso emanano un calore percepibile.
Una caratteristica interessante della pelliccia è che, fotografata con luce ultravioletta, compare nera, ha quindi, come ulteriore meccanismo di "produzione" di energia termica, un'elevata capacità di assorbimento alle frequenze UV, possibile avendo l'epidermide nera.
L'elevata concentrazione di retinolo rende il fegato dell'orso polare non commestibile e potenzialmente letale.
Biologia
Gli orsi polari sono nuotatori eccellenti e possono essere visti spesso al largo della costa. Cacciano in modo molto efficiente anche sulla terra, grazie alla loro velocità.
Alimentazione
L'orso polare è il membro che più si nutre di carne della famiglia degli Ursidi. La sua fonte proteica primaria è costituita anzitutto dalle foche, ma anche da carcasse di cetacei, piccoli trichechi, molluschi, granchi, pesci, persino vermi di mare, uccelli, piccoli di aquile e civette, volpi polari, renne e lemming. Può mangiare anche bacche e rifiuti.
Tecniche di caccia
Il metodo di caccia più famoso degli orsi polari è quello usato per le foche: il plantigrado sente il rumore della preda sotto il ghiaccio, si apposta presso una spaccatura e, non appena la preda esce per respirare, la uccide con una violenta zampata.
Solo i maschi hanno una muscolatura così potente e le dimensioni per attaccare i beluga e i narvali, entrambi lunghi fino a cinque metri e mezzo, che superano facilmente i 1000 kg di peso e il secondo con la lunga zanna tipica dei maschi. Individuata la preda, spesso un giovane o una femmina di narvalo, l'orso bianco entra in acqua e assale agilmente il cetaceo nei punti delicati, come le pinne e la pancia, evitando i colpi mortali.
Nemici
L'orso polare è (come tutti gli altri orsi) un predatore alfa, trovandosi in cima alla catena alimentare ed ha pochi nemici. Solamente i piccoli possono essere attaccati da lupi o da altri orsi polari.
#OrsiPolari
#Marineland
Note Personali
Gli osri sono belli da vedere, ma fa un pò impressione a vedere un'orso polare in pieno agosto ad Antibe a 40°C all'ombra, secondo sarebbe stato più corretto creare un ambiente chiuso acclimatato correttamente come è stato fatto per i pinguini
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