Spalato è una città della Croazia, capoluogo della regione spalatino-dalmata, principale centro della Dalmazia e, con i suoi 178.192 abitanti (2011), seconda città del Paese. Spalato è anche sede universitaria e arcivescovile.
Il nome della città deriva dalla ginestra spinosa, arbusto molto comune nella regione, che in greco antico era denominato Aspàlathos. Sotto l'Impero romano la città si chiamò "Spalatum" e nel Medioevo "Spalatro" in lingua dalmatica. In lingua slava viene denominata "Split" mentre in italiano "Spalato". Nei primi anni del XIX secolo il nome divenne "Spljet" per poi tornare di nuovo alla forma "Split".
Storia
Da quanto è risultato dalle ricerche archeologiche la storia di Spalato inizia come colonia siracusana, fondata durante il regno di Dionisio il vecchio (395 a.C.) con il nome di Aspàlathos. Divenne in seguito città romana, sviluppatasi intorno allo sfarzoso palazzo dell'imperatore Diocleziano, fatto costruire nel 295-304 d.C.
Nei secoli successivi, gli abitanti della vicina Salona, giò porto illirico e in seguito popolosa città romana, per sfuggire alle incursioni degli Avari e degli Slavi, si rifugiarono fra le sue mura: secondo alcuni il nome romano della nuova città-palazzo "Spalatum" deriva proprio dal latino Salonae Palatium. In alcune carte medievali la città, ove allora i Dalmati neolatini parlavano lo scomparso "dalmatico" è anche chiamata Spalatro.
Successivamente si susseguirono vari domini: l'Impero bizantino, nel quale la città riuscì man mano a ritagliarsi una certa autonomia, quindi il Regno Croato, del quale era formalmente la capitale. Successivamente fu nel Regno Magiaro-Croato, nel contesto del quale la città mantenne la sua autonomia comunale, ebbe pochi anni d'indipendenza, quindi fece parte per quasi quattro secoli dei domini della Repubblica di Venezia, lasciando in ereditò numerose vestigia. Caduta nel 1797 la Repubblica di Venezia per mano di Napoleone, Spalato secondo il Trattato di Campoformio passò sotto la sovranità austriaca che la tenne fino al 1806. Dal 1806 al 1809 farà parte del Regno d'Italia e dal 1809 al 1813 delle Provincie Illiriche. L'Impero ottomano invece non riuscì mai a conquistarla.
L'influenza italiana (latina, dalmatoromanza, veneta) persiste nei secoli grazie agli scambi commerciali; forte è l'influsso del mondo veneziano, che comporterà il graduale passaggio dalla lingua dalmatica romanza, derivata direttamente dal latino, al veneto, divenuto una vera e propria lingua franca nel Mar Mediterraneo orientale, accanto ad un costante accrescimento della componente croata della popolazione (i nomi croati apparvero giò nel secolo X). La comunità italiana conobbe anche apporti immigratori dalla penisola e quella croata dall'entroterra. Nei secoli XV-XVI Spalato fu centro della nascente letteratura croata con Marco Marulo o Marco Marulich. Fino al periodo austriaco la situazione linguistica di Spalato, così come di molte altre città dalmate, fu assai complessa, dividendosi per nazionalità e per classi sociali. Lingua ufficiale e della cultura rimase l'italiano, utilizzato dall'aristocrazia e dalla più ricca ed influente borghesia, mentre la piccola borghesia e gli artigiani si esprimevano prevalentemente in lingua veneta, che come testimonio il Bartoli era la lingua d'uso prevalente nell'area urbana. La popolazione croata era invece sostanzialmente bilingue, utilizzando il croato - nella variante ciakava ikava, fortemente venetizzato per oltre la metà del lessico - nell'ambito familiare e del piccolo commercio, e il veneto (o l'italiano, a seconda del grado di istruzione) come lingua franca di comunicazione. Come testimoniò l'ultimo podestò italiano di Spalato - Antonio Bajamonti - l'italiano era capito da tutta la popolazione della città.
Nella seconda metà dell'Ottocento il forte sentimento di appartenenza nazionale che invase tutta l'Europa giunse anche a Spalato; vennero fondati giornali, circoli e movimenti irredentisti italiani e, in misura minore, croati. A partire dal 1882, dopo la sconfitta elettorale della Giunta retta dal Partito Autonomista dell'italiano Antonio Bajamonti, a causa delle forte pressioni austrocroate, Spalato venne governata da partiti filocroati - detti puntari - che avevano raggiunto ormai la maggioranza, relegando i partiti filoitaliani a una minoranza, che vide diminuire progressivamente la propria influenza in città. La progressiva presa di coscienza dell'identità croata e il crescente afflusso di croati dalle zone circostanti fece regredire gradualmente anche l'uso dell'italiano, che pur conservò notevole prestigio per tutto il periodo austriaco ed ebbe un certo suo rilievo fino alla fine della seconda guerra mondiale. Pure i censimenti furono ampiamente manipolati, tanto che tra il 1880 ed il 1890, la comunità italiana riportatavi si riduce di oltre il 90%.Passando da essere poco meno della metà della popolazione della città di Spalato a essere una piccola minoranza.
Dal 1814 al 1918 rimase sotto l'Impero Austro-Ungarico. Con la dissoluzione dell'Impero asburgico, Spalato - nonostante la lotta di una parte della popolazione che ne voleva l'incorporazione nel Regno d'Italia (raccolta di 8.000 firme su una popolazione di 17.000 abitanti complessivi) - fu assegnata con il Trattato di Rapallo del 1920 al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che nel 1929 divenne Regno di Jugoslavia.
Ciò comportò l'esodo di una parte della popolazione italiana. Le istituzioni scolastiche italiane vennero ulteriormente ridotte, ma la comunità italiana residua riuscì a sopravvivere. Nel censimento austriaco del 1910 a Spalato vi erano 2.082 italiani (cioè il 7,6% della popolazione totale di 27.492 abitanti), ma nel 1941 (quando l'Italia annesse Spalato) ve ne restavano meno di un migliaio su un totale di quasi 40.000.
Atrazioni
Spalato è famosa soprattutto per il Palazzo di Diocleziano, la porta Aurea e la cattedrale con il suo celebre campanile. è inoltre sede arcivescovile. Nelle vicinanze sono notevoli le rovine romane di Salona e gli scavi archeologici andrebbero ampliati, ma il paesaggio circostante è stato occupato, nel secolo scorso, da una vasta zona industriale. Sono comunque in studio piani di recupero e tutela. Subito ad Ovest si trovano le storiche località turistiche dei Sette Castelli e lo specchio di mare che da essi prende nome: la Baia dei Castelli, che la Penisola di Spalato insieme all'Isola di Bua separano dal Mar Adriatico.
Infine dal 2013 è sede dell'Ultra Music Festival europeo, con 90mila visitatori nella prima edizione e 125mila lo scorso anno.
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