Il porto di Civitavecchia fu costruito per volere dell'imperatore Traiano (fondatore della città nota allora come Centumcellae), intorno al 106 d.C.. L'idea dell'imperatore era quella di facilitare con un altro approdo sicuro il piano annonario a favore di Roma e i lavori vennero progettati dall'architetto Apollodoro di Damasco. L'impianto originale del porto rispecchiava i criteri architettonici del tempo con un grande bacino quasi circolare di circa 500 metri, due grandi moli e un antemurale, un'isola artificiale protesa in mare a protezione del bacino. L'intera struttura era sormontata da due torri contrapposte, in seguito dette del Bicchiere e del Lazzaretto (ancora visibile, e ricostruita da Sangallo).
Dopo la caduta dell'impero romano il porto di Civitavecchia e l'insediamento urbano di Centumcellae assistettero ad un susseguirsi di dominazioni e passaggi di mano, contesi tra il papato, varie potenze comunali e frequenti incursioni saracene. Nel XV secolo, dopo che la città rientrò definitivamente sotto il controllo papale, il porto di Civitavecchia riprese vigore e importanza. Fu dapprima costruita la Rocca, una fortificazione quadrangolare, poi nel 1508 Giulio II affidò al Bramante i lavori di costruzione del Forte Michelangelo, che sarebbe sorto su antiche rovine romane. Il forte venne completato nel 1537 grazie forse, al contributo di Michelangelo. Nel 1608, sotto il papato di Paolo V, viene eretto un fanale (il Faro), sulla estremità sud dell'isola frangiflutti, alto ben 31 metri. Il 26 novembre del 1659 viene posta la prima pietra dell'arsenale disegnato dal Bernini, che per lungo tempo coagulerà buona parte dell'economia cittadina. Fu poi edificata la cinta muraria merlata voluta da papa Urbano VIII e nel 1743 la famosa fontana del Vanvitelli. Qualche anno dopo fu realizzata porta Livorno. Alcune di queste strutture sono andate distrutte a causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. In particolare nel 1943 furono distrutti il Faro, l'Arsenale, il Forte del Bramante e la Rocca vecchia.
Il porto oggi
Ad oggi il porto di Civitavecchia si configura come un porto multifunzionale e, per la gestione, è stato diviso in due macro aree dalle dinamiche di mercato diverse: a sud quella dedicata al turismo, al diportismo ed alle crociere; a nord l'area per i traffici commerciali, la pesca e il cabotaggio. Oggi può contare su circa 1.900.000 m2 di banchine, 25 attracchi operativi da 100 a 400 m di lunghezza, per circa 13 km di accosti. La disponibilità di oltre 5 milioni di metri quadri di aree retroportuali ha fatto nascere un progetto di un terminal logistico (Distripark) per il quale è stato avviato uno studio di fattibilità dal Centro di Ricerca per il Trasporto e la Logistica dell'Università La Sapienza di Roma[8]. Il porto di Civitavecchia, e con esso Fiumicino e Gaeta, gli altri scali del network Porti di Roma e del Lazio, si trova al centro del sistema logistico che collega Roma e il centro Italia con il resto del mondo. Oltre all'area laziale, con particolare riferimento a quella romana con oltre tre milioni di persone, il network rappresenta uno snodo di collegamento per altre regioni con i loro mercati, quali la Campania, l'Umbria, la Toscana e le Marche e per l'accesso alle più importanti zone turistiche italiane ed alle grandi rotte crocieristiche del Mediterraneo.
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