Sagrada famiglia - MSC Fantasia

Capolavoro dell'architetto Antoni Gaudì_1
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Capolavoro dell'architetto Antoni Gaudì_6
Info

Il Temple Expiatori de la Sagrada Famiglia (Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia) di Barcellona in Catalogna (Spagna), o più semplicemente Sagrada Famiglia, è una grande basilica cattolica (minore), tuttora in costruzione, capolavoro dell'architetto Antoni Gaudì, massimo esponente del modernismo catalano. La vastità della scala del progetto e il suo stile caratteristico ne hanno fatto uno dei principali simboli della città, nonché una delle tappe obbligate del turismo di massa; secondo i dati del 2011 è il monumento più visitato in Spagna, con 3,2 milioni di visitatori (seguito dal Museo del Prado e dall'Alhambra di Granada).

I lavori iniziarono nel 1882 sotto il regno di Alfonso XII di Spagna. L'edificio venne iniziato in stile neogotico, ma quando Gaudi subentrò come progettista dell'opera nel 1883, all'età di 31 anni, fu ridisegnato completamente. Per il resto della propria vita Gaudi lavorò alla chiesa, dedicandovi interamente gli ultimi 15 anni. Secondo gli auspici del comitato promotore l'opera potrebbe essere completata, nella migliore delle ipotesi, per il 2026, a 144 anni dalla posa della prima pietra, tuttavia il procedere dei lavori è discontinuo e dipende in larga parte dall'afflusso delle donazioni. Come accaduto per altri progetti destinati a durare uno o più secoli (per esempio la Basilica di San Pietro o il Duomo di Milano) la chiesa è stata consacrata ancora non conclusa, il 7 novembre 2010, da papa Benedetto XVI, che l'ha elevata al rango di Basilica minore.

Storia

L'idea di realizzare una chiesa di espiazione dedicata alla Sacra Famiglia nell'allora zona periferica di Eixample fu del libraio Josep Maria Bocabella, ispirato dal sacerdote Josep Manyanet i Vives (canonizzato nel 2004) fondatore delle congregazioni dei Figli e delle Missionarie Figlie della Sacra Famiglia, incaricati di promuovere il culto della sacra famiglia e promuovere l'educazione cristiana nei giovani e nei bambini. Bocabella fondò l'Asociaciòn de Devotos de San Josep (Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe) con l'obiettivo di raccogliere fondi per la costruzione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia. Nel 1881, grazie alle donazioni ricevute, l'associazione comprò un intero isolato del quartiere Eixample in un luogo conosciuto come El Poblet vicino al Camp de l'Arpa, nel distretto di Sant Martì. Il costo del terreno fu di 172.000 pesetas dell'epoca.[

Il progetto fu affidato all'architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, che iniziò l'opera in stile neogotico scartando l'idea di Bocabella di una replica del Santuario di Loreto (che si suppone essere la casa di Giuseppe e Maria a Nazaret)[2]. Il progetto di Villar consisteva in una chiesa a tre navate con gli elementi tipici dello stile neogotico come i contrafforti esterni.

La prima pietra fu posta il 19 marzo 1882 (giorno di San Giuseppe), con la presenza del vescovo di Barcellona Josè Marìa Urquinaona. Gaud partecipò alla cerimonia perchè in precedenza aveva lavorato come assistente a diversi progetti di Villar, non potendo immaginare che sarebbe diventato l'architetto dell'opera.

Nel 1883 Villar si dimise a causa di disaccordi con Joan Martorell, un architetto consulente di Bocabella. Il progetto fu inizialmente offerto allo stesso Martorell, che rifiutando indicò il nome di un giovane architetto trentunenne, Antoni Gaudì, già assistente di Martorell nella realizzazione di diversi edifici ma che non aveva ancora realizzato grandi opere. Gaudì quando assunse la responsabilità del progetto lo modificò interamente, anche se nel proseguire la costruzione della cripta mantenne quanto già costruito. Gaudì lavorò al progetto per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 anni della propria vita. Questa dedizione così intensa, oltre all'enormità dell'opera, deriva anche dal fatto che Gaudì definiva molti dettagli man mano che la costruzione avanzava; per lui la presenza personale in cantiere era di fondamentale importanza. Considerava infatti quest'opera come quella della sua vita, seguendola in ogni minimo passaggio.

Con l'innalzarsi della costruzione lo stile divenne via via sempre più fantastico, con quattro torri affusolate che ricordano i termitai o i gocciolanti castelli di sabbia dei bambini. Si tratta di forme ereditate dell'architettura neogotica, secondo i cui canoni la chiesa era stata inizialmente concepita: ciononostante, traevano la loro ispirazione dalle forme naturali.

Le torri sono coronate da cuspidi di forma geometrica alte 115 m, rivestite di ceramiche dai colori vivaci, che furono probabilmente influenzate dal cubismo (vennero concluse attorno al 1920). Vi si ammirano anche un gran numero di decorazioni elaborate che vengono ricondotte allo stile dell'Art Nouveau.

Dal 1895 la responsabilità della gestione del progetto è stata affidata alla Junta Constructora del Templo Expiatorio de la Sagrada Familia (Consiglio per la costruzione del Tempio espiatorio della Sacra Famiglia), una fondazione ecclesiastica creata per promuovere la costruzione della chiesa attraverso le donazioni e le iniziative pubbliche e private. L'attuale presidente è il cardinale arcivescovo di Barcellona, Lluìs Martìnez Sistach. Per la diffusione dei suoi lavori il consiglio pubblica nel 1867 la rivista El Propagador de la Devociòn a San Josue che nel 1948 cambia nome nel Templo (Temple, in Catalano). Nel 2001 il consiglio ha ricevuto l'onorificenza Creu de Sant Jordi assegnato dalla Generalitat de Catalunya.

Nel giugno 1926, ben prima che venisse completata la costruzione dell'edificio, Gaudì morì improvvisamente in un incidente, travolto da un tram mentre passeggiava per Barcellona. Durante la sua vita Gaudì riuscì a realizzare soltanto la facciata della Natività (con le sculture di Carles Mani, Llorenì Matamala e Joan Matamala e i disegni di Ricard Opisso) completando solamente una delle torri, quella di San Barnaba. Alla sua morte il suo assistente Domènec Sugraìes assunse la responsabilità dell'opera (dal 1926 al 1936), portando a compimento le tre torri incomplete della facciata della Natività.


La Chiesa della Sagrada Familia nel 1928, come poteva vederla Gaudì prima di morire.
Il 20 luglio del 1936, due giorni dopo la rivolta militare che portò la guerra civile spagnola, gruppi anticlericali incendiarono la cripta, distruggendo gran parte del laboratorio in cui Gaudì aveva lavorato e dove si trovavano schizzi, appunti e mappe (compresi numerosi modelli in scala, fondamentali per l'architetto). Secondo quanto riferisce George Orwell in Omaggio alla Catalogna, gli anarchici catalani non bruciarono questa chiesa in quanto opera d'arte (Orwell commenta: "mi sembra che in questo caso gli anarchici dimostrarono ben poco gusto artistico"). Gaudì non lasciò ulteriori progetti e i lavori della chiesa proseguirono in modo sporadico per numerosi anni. Solo in seguito al recupero e al restauro dei grandi modelli originali del laboratorio, basandosi su foto dell'epoca, è stato possibile ricostruire buona parte del progetto originale.

Gaudì, comprendendo che i lavori sarebbero andati avanti decenni (o secoli) dopo la propria morte, invece di esaurire le risorse allora disponibili impostando tutto il gigantesco perimetro, preferì completare alcune sezioni dell'edificio in altezza (specie nell'abside), come per lasciare una testimonianza precisa dell'idea originale ai suoi successori.

Dal 1944 hanno portato avanti i lavori gli architetti Francesc Quintana, Isidre Puig i Boada, Lluìs Bonet i Garò e Francesc Cardoner, che ne ha assunto la direzione nel 1983. Le sculture di Jaume Busquets e del controverso ma possente Josep Subirachs decorano le fantastiche facciate.


Gaudì mostra la Sagrada Familia al nunzio del Vaticano, Francesco Ragonesi (1915). In quella occasione monsignor Ragonesi definì Gaud' come il "Dante dell'architettura".
La costruzione della chiesa dipende dai finanziamenti provenienti dalle donazioni all'associazione e i lavori procedono lentamente, anche a causa delle difficoltà del progetto.

La posizione che assume la Sagrada Familia nel tessuto urbano di Barcellona è la questione che negli anni ha suscitato le maggiori polemiche. Quando l'opera ebbe inizio, la zona era principalmente agricola, ma già nei primi del Novecento, grazie al rapido sviluppo urbano, la chiesa venne inglobata nella città. Nel 1905 Gaudì realizzò un progetto per comprendere la Sacra Famiglia nel Piano Jaussely (piano urbanistico che andava a estendere il piano Cerdò con i nuovi municipi). Il progetto prevedeva di inserire la Chiesa in un giardino a forma di stella a otto punte, in modo da fornire una prospettiva ottimale in tutta l'area circostante. Visto l'eccessivo costo del terreno si decise di optare per una stella a quattro punte, che permetteva un'ottima visione in tutti i suoi vertici.[6] Il progetto di Gaudì tuttavia non fu realizzato e nel 1975 il consiglio comunale decise di realizzare quattro piazze con giardini in ogni angolo del tempio, in modo da formare una croce[7]. Anche questo progetto è incompleto perchè per realizzare le due piazze mancanti dovrebbero essere abbattuti alcuni edifici.

Altri edifici (principalmente condomini costruiti durante la speculazione edilizia del franchismo) dovranno essere abbattuti per far posto alla scalinata principale di fronte la facciata della Gloria.

Nel 2008, nel corso di una vertenza tra municipio di Barcellona e Patronato della basilica sull'opportunità di non scavare tunnel sotterranei nelle vicinanze dell'edificio per non metterne a rischio la stabilità, è rimbalzata nella stampa la notizia che la Sagrada Famglia non avrebbe avuto una concessione amministrativa e che quindi sarebbe risultata, almeno formalmente, un'opera abusiva. Il Patronato ha ricordato tuttavia che i lavori iniziarono in perfetta legalità, dato che la competenza amministrativa spettava comunque a Sant Martì de Provenals, all'epoca ancora non unita a Barcellona, e che inoltre che vi è stato oltre un secolo di silenzio-assenso.

Il 3 marzo 2010 l'arcivescovo di Barcellona annunciò la consacrazione dell'edificio, dopo 127 anni dall'inizio dei lavori Anche se non conclusa, la chiesa venne consacrata da papa Benedetto XVI il 7 novembre dello stesso anno, nel corso della sua visita a Santiago di Compostela e Barcellona. In questa cerimonia, il papa ha dichiarato questa chiesa Basilica Minore, la nona della città.

Il 19 aprile 2011 un piromane - subito arrestato - appiccò un incendio all'interno della cripta della navata centrale della basilica, provocando l'immediata evacuazione dei turisti presenti all'interno della chiesa, circa 1500, e l'intossicazione di 4 persone. Il rogo ha annerito 40 metri di parete, ma ha risparmiato le opere di Gaudì.

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