Già identificato come un punto di delimitazione tra la
Gallia Cisalpina e la Gallia Narbonense durante la Repubblica Romana, il Colle
di Tenda trova la prima menzione su un documento storico nel 1178, a proposito
delle tappe che un viandante poteva incontrare lungo i sentieri che collegavano
Ventimiglia a Borgo San Dalmazzo.
I sentieri che i mercanti di sale diretti in Piemonte e che
i pellegrini diretti a Santiago de Compostela batterono durante l'intero
Medioevo videro il primo tentativo di ampliamento nel 1614, quando il duca
Carlo Emanuele I di Savoia iniziò i lavori per un traforo, che avrebbe dovuto rendere
più sicuro l'attraversamento del valico rispetto alla pista di superficie. I
lavori terminarono dopo i primi scavi, per mancanza di fondi.
Nella seconda metà del Settecento il re di Sardegna Vittorio
Amedeo III diede nuovo impulso ai traffici che passavano dal monte tentando di
riavviare i lavori per il tunnel, seguendo ciò che era stato fatto nel secolo
precedente: eppure, nemmeno Vittorio Amedeo riuscì a consegnare un traforo
ultimato. Ciò che rimane degli scavi è tuttora visibile, a quota 1750, lungo
una deviazione della strada a valle del versante italiano del colle: un antro
buio e freddo, di forma biforcuta (gli scavi andarono in un senso durante il
XVII secolo e in un altro nel XVIII), oggi impropriamente noto ai valligiani
come galleria di Napoleone.
Nel 1780 venne dato inizio ai lavori per la pista di
superficie, ampliando e rendendo sicuri i sentieri che secoli di carri avevano
tracciato sulla montagna. Venne anche stabilito un corpo di guardia il cui
mandato era fornire assistenza ai viaggiatori e rendere sicuro il passaggio,
soprattutto durante l'inverno.
La pista conclusa servì subito ai rivoluzionari francesi,
che nel 1794 passarono il confine proprio dal Colle per invadere il Regno di
Sardegna.
Tra il 1881 e il 1895 sul Colle e nell'alta valle del Roia
fu costruito un massiccio sbarramento fortificato costituito di sei opere,
nell'ambito del sistema di difesa il cui intento era proteggere il Piemonte da
eventuali assalti nemici, e che ha fatto nascere fortificazioni sull'intero
vallo alpino e appenninico attorno alla regione.
Nel 1882, grazie alla mole di studi geologici e geografici
effettuati per gli scavi di quota 1750, venne ultimato il Traforo stradale del
Colle di Tenda, 3.182 metri di galleria che, da nord a sud, si apre a 1321
metri s.l.m. a poca distanza dal bivio per Limonetto, e termina a poca distanza
da Viève (Vievola) a quota 1280.
Nel 1898 fu ultimato anche il tunnel ferroviario, molto più
lungo di quello stradale (8.099 metri) e ad esso parallelo.
Il 25 aprile 1945 il tunnel e il colle furono catturati
dalle milizie di Francia Libera, che mettevano per la prima volta piede sul
suolo italiano dopo avere scacciato le ultime compagini della Wehrmacht dalla
valle Roia.
Il tunnel stradale, visto dal lato italiano
Nel settembre 1947 l'entrata in vigore dei Trattati di
Parigi spostarono il confine tra Italia e Francia verso nord, consegnando a
quest'ultima Briga, Tenda e la gran parte del Colle, tra cui l'intero complesso
dei forti.
Raggiungere la sommità del Colle di Tenda è certamente più
facile dal versante italiano che non da quello francese: il declivio, che
d'inverno fa parte del comprensorio sciistico di Limone Piemonte e non è
percorribile in auto, è più dolce sul versante italiano, e la strada che porta
a Limonetto è quasi interamente asfaltata – eccezion fatta per gli ultimi 300
metri a partire dall'ultimo chalet/ristorante prima della frontiera. Sull'altro
versante, al contrario, la strada che porta ai forti e a Vievola è più ripida:
essa infatti è ridotta ad una mulattiera che copre un dislivello di 800 metri
di altitudine grazie a 48 tornanti percorribili solo a fuoristrada di
comprovata affidabilitÃ.
I sei forti che presidiavano il passaggio alla valle del
Roia, costruiti nel tardo Ottocento, non hanno mai avuto il battesimo del
fuoco, essendo già obsoleti al momento in cui vennero edificati: eppure,
nonostante il pluridecennale abbandono (che risale alla seconda guerra
mondiale) è ancora possibile visitare la parte più superficiale delle strutture,
che in alcuni casi comprendevano una serie di gallerie di comunicazione oggi
completamente lasciate a sé stesse. La conservazione di queste opere di
archeologia militare è stata possibile proprio grazie all'acquisizione del
territorio su cui poggiano da parte di Parigi: i trattati del 1947 non
avrebbero consentito, infatti, di mantenere fortificazioni di questa imponenza
sul suolo italiano.
L'edificio delle caserme sotto al Forte Centrale e il primo
tratto di strada sterrata, appena a sud dell'attuale confine
Di seguito vi è la lista dei 6 forti del colle (tra
parentesi il nome francese) e le loro quote:
Forte Colle Alto (Fort Central), 1908 m s.l.m. (l'unico
immediatamente a guardia del passo);
Forte della Margheria (Forte de la Marguerie), 1842 m
s.l.m.;
Forte Taborda (Fort Tabourde), 1942 m s.l.m.;
Forte Pernante (Fort Pernante), 2117 m s.l.m.;
Forte Giaura (Fort de Giaure), 2253 m s.l.m.;
Forte Pepino (Fort Pepin), 2263 m s.l.m.
Durante l'estate il Colle di Tenda è meta di un escursionismo
estremamente vivace, corroborato dalle visite ai forti, dalle possibilità di
effettuare sport d'altura come il parapendio ed essendo tappa obbligata per
tutti coloro che vogliano godere dei magnifici paesaggi offerti dalle valli che
si aprono ai piedi della catena montuosa. Inoltre, il colle è a pochi km di
distanza da due riserve naturali fondamentali per la regione, il Parco
nazionale del Mercantour in Francia e il contiguo Parco delle Alpi Marittime in
Italia.
Si ringrazia wikipedia
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