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Ponte Tresa - Lungo lago

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Ponte Tresa lungo lago

Una passeggiata tra la natura

Info

Caratteristiche del territorio

  • Superfìcie del territorio: 4,42 Kmq
  • Altitudine: 275 m s.l.m.
  • Distanza da Varese: 21 Km
  • Patrono: Santissimo Crocefisso (Venerdì Santo)

Cenni storici

Il comune è formato dai due centri di Lavena e Ponte Tresa ed è situato all’estremità occidentale del lago di Lugano (chiamato anche Ceresio). Il primo ha una storia più lunga, mentre il secondo si è sviluppato solo negli ultimi decenni, soprattutto a seguito del movimento di frontalieri verso la Confederazione Elvetica.

Il paese rientra nella Valmarchirolo, parte della Valtravaglia, e di conseguenza condivide con i comuni limitrofi molti aspetti storici, tra cui gli insediamenti dei Celto-Liguri, dei Galli e dei Romani, fino al momento in cui divenne parte del Contado del Seprio. Fu proprio di quel periodo la lunga guerra tra Como e Milano, iniziata nel 1118 e conclusasi il 27 agosto 1127 con la capitolazione di Como, alla quale poi toccò di abbattere le mura e pagare un pesante tributo ai meneghini. A questi andò la Valmarchirolo, per ciò che riguardava la gestione civile e amministrativa, mentre continuò a fare riferimento a Como per l’aspetto ecclesiastico. Divenuta feudo passò ai Visconti, ai Rusca, conti di Lugano e signori di Locarno, poi i Marliani e per finire ai Crivelli, i quale la detennero fino al 1797, anno della soppressione dell’ordinamento feudale sancito dalla Repubblica Cisalpina.

Lavena

Le origini di questo nome sono state fatte risalire fino a pochi anni fa alla parola latina vena, mentre più recentemente ha acquistato maggiore credibilità l’ipotesi della derivazione dalla radice preceltica ven, intesa come “bacino lacustre”, o “canale d’acqua”.

Lavena ha solo una chiesa che celebra messa ed è la Madonna della Porta, così chiamata in quanto sita sull’antica porta del paese. Lavena apparteneva ufficialmente, dal punto di vista ecclesiastico, alla Pieve di Argno, assieme a Marzio e Ardena. Successivamente, nel 1633, passò alla Pieve di Marchirolo, istituita dietro ordine imperiale, ma in realtà tale appartenenza era solo sulla carta, poiché il priorato di Lavena godeva di ampia autonomia, in quanto rientrava sotto la giurisdizione del Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, fondato dal re longobardo Liutprando. Le chiese locali quindi, sottoposte alla sfera Santa Sede e non al potere imperiale, potevano gestirsi in maniera autonoma.

Ponte Tresa

Questa parte del paese si allunga seguendo la costa del lago di Lugano e quella del fiume Tresa.Il nome Ponte Tresa deriva proprio dall’antico e storico Ponte della Tresa, attraversato più volte anche dall’Imperatore Federico Barbarossa nel corso delle sue discese in Italia. La chiesa parrocchiale è dedicata al Crocifisso e venne innalzata nello stesso anno in cui l’altra chiesa di Lavena venne abbattuta. Sia esternamente che per le opere in essa contenute è in stile moderno.
è in questa parte della città che si trova la dogana, che ha favorito lo sviluppo del paese, grazie ai movimenti commerciali e turistici. Questi ultimi, presenti soprattutto nei mesi estivi, hanno contribuito allo sviluppo demografico della cittÃ, che ha visto crescere i suoi abitanti dai milletrecento del 1950 ai cinquemila del 1981.

Campanile

Campanile di Lavena ha una lunga storia, che comincia sicuramente prima del 1288, secondo quanto attesta una pergamena conservata nell’archivio capitolare di Agno, dopo essere stata preservata dai padri Lateranensi. A fianco del campanile vi era la chiesa di San Pietro, poi dedicata anche a San Paolo, che fu chiusa nel XX secolo dietro ordine del Genio Civile dopo alcune ispezioni. E così le porte della chiesa vennero sbarrate il 12 novembre 1953. Per sette anni funse da autorimessa, da deposito di barche, fabbrica di blocchetti di cemento e altri usi profani. In quegli anni il parroco pro-tempore iniziò delle trattative con alcuni Enti al fine di recuperare fondi per il restauro, ma non vi fu nulla da fare e così l’8 luglio 1960 il parroco chiamò venti studenti della Svizzera tedesca che piazzarono della dinamite e fecero crollare l’edificio. Venne risparmiato solo il campanile che possiamo ammirare oggi. Ã¨ facilmente visibile percorrendo il lungolago pedonale di Lavena nel tratto che costeggia il suo porticciolo.

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Fonte

La sorgente di notizie presenti in questa pagina sono state recuperate da Intinerari e sapori



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